Continuano i terremoti nella zona dei Campi Flegrei, con l’ultima scossa registrata dai sismografi dell’INGV alle ore 10:28.

18 Settembre 2025
Continuano i terremoti nella zona dei Campi Flegrei, con l’ultima scossa registrata dai sismografi dell’INGV alle ore 10:28.
Il fenomeno del bradisismo, che da anni interessa l’area, sta causando un aumento della frequenza e dell’intensità delle scosse sismiche, generando crescente preoccupazione tra i residenti e le autorità locali. La scossa odierna rientra in uno sciame sismico che negli ultimi mesi ha fatto registrare un numero significativo di eventi tellurici, accompagnati da un progressivo sollevamento del suolo.
Gli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) monitorano costantemente la situazione, analizzando i dati raccolti dai sismografi e dai sensori geodetici distribuiti nella zona. Secondo gli ultimi rilievi, il sollevamento del suolo nella Zona di Intervento Ristretta ha raggiunto livelli che non si vedevano dagli anni ’80, con un incremento medio di circa 2 cm al mese. Questo fenomeno, legato all’accumulo di fluidi e gas nelle profondità del sottosuolo, potrebbe aumentare il rischio di danni agli edifici e alle infrastrutture.
Nel frattempo, le autorità locali hanno intensificato le misure di prevenzione e aggiornato il Piano Speditivo di Emergenza, pronto a essere attivato nel caso in cui la situazione dovesse peggiorare. In particolare, sono stati rafforzati i controlli sugli edifici più vulnerabili e avviate campagne informative per istruire la popolazione su come comportarsi in caso di scosse di forte intensità.
L’area di Campi Flegrei è interessata da un’ampia camera magmatica. La risalita di magma e fluidi idrotermali, causa il rigonfiamento del suolo, che nella sua fase di crescita causa fratturazione della crosta sottostante la città.
Dal 2005 l’area è interessata da una nuova fase di sollevamento e proprio da questo fenomeno nascono i continui terremoti che colpiscono l’area che circoscrive i Campi Flegrei.
La maggior parte dei terremoti avvertiti nel mondo derivano dalle interazioni delle placche tettoniche. Nello specifico, l’attivazione di faglie avviene a profondità molto elevate. Nel caso dei Campi Flegrei, i tremori della terra trovano la propria causa nel vulcanesimo della zona. Per questa motivazione i terremoti sono posti a profondità basse, comprese tra i 3 e 1 Km di profondità. Ecco perché anche una scossa di 3.9 mm può essere avvertita molto intensamente dalla popolazione.
Negli ultimi mesi, la frequenza degli eventi sismici nei Campi Flegrei ha destato preoccupazione tra esperti e cittadini. A differenza dei terremoti di origine tettonica, profondi e generati dallo scontro delle placche, i movimenti tellurici in questa area sono legati all’attività vulcanica. La loro origine superficiale, compresa tra 1 e 3 km di profondità, amplifica la percezione del sisma, rendendo anche scosse di modesta intensità chiaramente avvertibili dalla popolazione.
Il fenomeno che interessa l’area flegrea è noto come bradisismo, un sollevamento e abbassamento ciclico del suolo causato dalla pressione dei fluidi nel sottosuolo. Attualmente, il tasso di sollevamento ha raggiunto circa 2 cm al mese, un valore monitorato costantemente dai ricercatori dell’INGV. Questo movimento, sebbene preoccupante, non è di per sé indicativo di un’eruzione imminente. Tuttavia, la possibilità di un’evoluzione del fenomeno rimane un’ipotesi al vaglio della comunità scientifica.
Le deformazioni del suolo e la sismicità crescente sono compatibili con i periodi di maggiore attività del bradisismo registrati nel passato, come accaduto negli anni ’80. All’epoca, il fenomeno portò all’evacuazione di migliaia di persone, ma non sfociò in un’eruzione. Ad oggi, i dati geochimici e geofisici non indicano una risalita significativa di magma verso la superficie, il che riduce il rischio immediato di un evento eruttivo.
Le autorità restano in stato di allerta, con un monitoraggio continuo della situazione. Eventuali cambiamenti nei parametri geofisici e geochimici potrebbero modificare il quadro attuale, ma al momento non ci sono segnali inequivocabili di un’eruzione imminente.