Le maschere più belle napoletane: Pulcinella, storia e curiosità

Nell’articolo vedremo le maschere napoletane più famose, come Pulcinella, scoprendone le origini, il significato e le curiosità legate alla sua figura.

Indice

Napoli è una città ricca di tradizioni, e tra i suoi simboli più noti c’è Pulcinella, la maschera per eccellenza del teatro popolare napoletano. Questo personaggio, con il suo abito bianco, la maschera nera e il caratteristico cappello a punta, è uno dei più iconici.

Pulcinella

Pulcinella non è più solo una “maschera di carnevale”, ma un vero e proprio simbolo con un significato particolare, capace di trascorrere la vita con furbizia e  fatalismo.

Storia di pulcinella

La maschera di Pulcinella ha origini antichissime e affonda le sue radici nella Commedia dell’Arte, un genere teatrale nato in Italia nel XVI secolo. Secondo la tradizione, il personaggio di Pulcinella sarebbe stato ispirato a un contadino napoletano di Acerra chiamato Puccio d’Aniello, vissuto nel ‘600 e noto per la sua parlantina vivace e il suo atteggiamento scanzonato.

Pulcinella nasce come figura del teatro popolare, rappresentando il popolo napoletano con le sue astuzie, i suoi inganni e il suo modo di affrontare la vita con ironia, nonostante le difficoltà. La sua caratteristica principale è quella di essere un eterno affamato, un uomo del popolo sempre pronto a ingannare i potenti con la sua astuzia, ma anche vittima dei soprusi della società.

Con il tempo, Pulcinella diventa uno dei personaggi più amati della Commedia dell’Arte, grazie soprattutto all’attore Silvio Fiorillo, che ne codificò le caratteristiche nel XVII secolo. Successivamente, la maschera di Pulcinella si evolve, trovando grande spazio nel teatro di Giovan Battista Basile e nella tradizione burattinesca.

Significato di pulcinella

Pulcinella è molto più di una semplice maschera: è il simbolo dello spirito napoletano, capace di affrontare la vita con ironia, astuzia e una buona dose di fatalismo. La sua figura rappresenta l’uomo comune che, pur vivendo tra ingiustizie e difficoltà, riesce sempre a cavarsela con furbizia e sarcasmo.

Pulcinella è un personaggio ambiguo e contraddittorio: a volte furbo e scaltro, altre volte ingenuo e vittima dei suoi stessi inganni. È servitore e padrone allo stesso tempo, pronto a ingannare i potenti, ma spesso anche a subire le loro prepotenze. Questo dualismo lo rende una figura senza tempo, sempre attuale e riconoscibile in qualsiasi epoca.

Il suo carattere è riassunto perfettamente in un antico detto napoletano:
“Pulcinella tene sempe ‘a panza vacante, ma ‘o core scialacquone” (Pulcinella ha sempre la pancia vuota, ma il cuore generoso).

Questo significa che, nonostante le sue difficoltà economiche, Pulcinella rimane un uomo di spirito, pronto a godersi la vita con leggerezza e autoironia.

La maschera di Pulcinella

L’iconica maschera di Pulcinella è immediatamente riconoscibile grazie ad alcuni elementi distintivi che ne fanno un personaggio unico:

  • Il volto nero e il naso adunco: Pulcinella indossa una maschera nera che copre metà del viso, con un naso ricurvo simile a quello di un uccello. Questo elemento lo collega alla tradizione carnevalesca e alle antiche maschere teatrali, ma alcuni studiosi vedono in esso un rimando al pollo (da cui potrebbe derivare il nome Pulcinella, dal latino “pullus gallinaceus”, pulcino).
  • L’abito bianco e ampio: Il suo vestito è una tunica bianca larga e sformata, simbolo della sua condizione umile e del suo ruolo servile nella Commedia dell’Arte. I pantaloni larghi e la cintura rossa aggiungono un tocco distintivo al costume.
  • Il cappello a punta o a pan di zucchero: Un altro tratto distintivo è il cappello a punta, a volte singolo, a volte doppio, che gli conferisce un’aria grottesca e buffonesca.
  • Il bastone o il cucchiaio di legno: Spesso Pulcinella è rappresentato con un bastone o un cucchiaio di legno, strumenti che usa sia per difendersi che per mangiare (sempre che ci sia qualcosa nel piatto!).

 

Questi elementi creano un’immagine comica ma malinconica, che incarna perfettamente lo spirito di Napoli: sempre pronto a ridere delle proprie disgrazie, a inventarsi stratagemmi per sopravvivere e a prendere la vita con leggerezza.

Tartaglia

Tartaglia è una maschera nata nella Commedia dell’Arte e diffusa in diverse regioni d’Italia, ma le sue origini sono napoletane. Il suo nome deriva dalla sua caratteristica principale: parla balbettando (in napoletano “tartagliare” significa appunto balbettare).

Compare già nel ‘600 ed è spesso raffigurato come un uomo goffo, timido e impacciato, che non riesce a esprimersi chiaramente a causa della sua balbuzie. Nonostante ciò, è un personaggio rispettato e ricopre ruoli di notaio, giudice o consigliere, anche se finisce spesso per essere preso in giro.

Tartaglia rappresenta l’ingenuità e la difficoltà di farsi valere in una società che premia i più furbi e spavaldi. È il simbolo di chi, pur avendo buone intenzioni, viene facilmente raggirato o messo in difficoltà dalla propria insicurezza.

Scaramuccia

Scaramuccia, o Scaramouche, è una maschera napoletana che ha avuto un enorme successo anche in Francia, dove è diventata un simbolo del teatro comico e burlesco.

Nasce come un personaggio spaccone e presuntuoso, che si atteggia da grande guerriero ma in realtà è solo un millantatore. Vestito di nero, con un mantello lungo e un’aria da finto cavaliere, Scaramuccia si vanta delle sue imprese eroiche, ma quando si trova in difficoltà scappa o cerca di ingannare gli avversari.

Scaramuccia rappresenta il classico sbruffone, colui che si dà arie da eroe ma in realtà è un vigliacco. La sua figura è ancora oggi attuale e spesso viene associata a certi atteggiamenti di chi ostenta sicurezza senza averne davvero.

Felice Sciosciammocca

Felice Sciosciammocca è una maschera più moderna, creata nel XIX secolo dal commediografo Eduardo Scarpetta, ed è considerata una sorta di erede di Pulcinella, ma con un carattere molto diverso.

Il nome Sciosciammocca significa letteralmente “a bocca aperta”, e rappresenta un uomo ingenuo e credulone, che spesso si trova coinvolto in situazioni comiche e paradossali. A differenza di Pulcinella, che è furbo e scaltro, Felice è un uomo onesto ma troppo buono, che finisce sempre per essere ingannato dagli altri.

Felice Sciosciammocca è il simbolo della bontà d’animo che spesso viene scambiata per ingenuità. È un personaggio che suscita simpatia perché, nonostante le sue disavventure, mantiene sempre la sua purezza e il suo spirito positivo.

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