Nel cuore dei Decumani, San Gregorio Armeno unisce via, botteghe, presepi e pastori. Qui il presepe di Napoli prende forma con terracotta, stoffe, legno, sughero e metallo; le botteghe tramandano tecniche, strumenti, modelli e soggetti tra Settecento e Ottocento. La Chiesa e il Monastero di San Gregorio Armeno introducono opere, reliquie, chiostro e campanile-ponte su strada. L’articolo segue tre linee: storia della via, produzione dei pastori e delle scenografie, luoghi di interesse con focus sulla chiesa. In chiusura: percorso a piedi tra Decumani, indicazioni su accessi, orari non uniformi, metropolitana e acquisti con scontrino, imballo e cura del materiale. Obiettivo: unire fatti, luoghi, lavorazioni e visita.
San Gregorio Armeno unisce Via dei Tribunali e San Biagio dei Librai dentro i Decumani. Nel XIX secolo la via accoglie botteghe, laboratori, banchi e magazzini. Maestri e apprendisti modellano pastori, scenari in sughero e legno, accessori in metallo e stoffa. Vendite e commissioni arrivano da chiese, confraternite, case e collezioni. Commercio e devozione alimentano produzione e scambio durante l’anno, con picchi nel periodo natalizio. Tra fine novembre e il 6 gennaio si registra aumento dei flussi, con possibili attivazioni di ZTL e senso unico pedonale, estensione degli orari di apertura e allestimento di banchi per il Natale. La via assume funzione di mercato e officina: esposizione, scelta, pagamento, ritiro, spedizione. Tecniche e modelli passano tra famiglie, con continuità tra generazioni e integrazione con arti, riti e processioni della città.