Raccolta castagne in Campania: periodo migliore e dove andare provincia per provincia

La Campania, terra ricca di boschi secolari e tradizioni contadine, è tra le regioni italiane più amate per la raccolta delle castagne. Da settembre a novembre, i castagneti si tingono dei colori autunnali e diventano meta di escursioni, passeggiate in famiglia e veri e propri pellegrinaggi del gusto. Non è un caso che qui nascano tre delle varietà più pregiate d’Italia: la Castagna di Montella IGP in Irpinia, il Marrone di Roccadaspide IGP nel cuore del Cilento e la Castagna di Roccamonfina IGP nel Casertano.

In questo articolo scopriremo quando si raccolgono le castagne in Campania, quali sono i luoghi migliori da visitare e come organizzare una giornata tra natura, sagre e tradizioni locali. Ci soffermeremo provincia per provincia – Avellino, Salerno, Caserta, Benevento e Napoli – per offrirti una guida completa e aggiornata. Preparati a un viaggio tra monti, parchi e borghi caratteristici, dove la castagna non è solo un frutto, ma un simbolo identitario e un motore di turismo enogastronomico.

Indice

Quando si raccolgono le castagne in Campania

La stagione delle castagne in Campania è uno degli appuntamenti più attesi dell’autunno. I boschi della regione si riempiono di colori caldi e di profumi caratteristici, trasformandosi in mete ideali per passeggiate ed escursioni. Il periodo di raccolta varia a seconda della provincia, dell’altitudine e della varietà coltivata: si va dalle prime settimane di settembre fino ai primi giorni di novembre. Questa diversificazione rende la Campania una regione perfetta per gli amanti della natura e delle tradizioni, perché offre la possibilità di vivere la raccolta per quasi due mesi consecutivi, scoprendo aree diverse ogni settimana.

Qual è il periodo migliore: settembre, ottobre o novembre?

Il cuore della raccolta delle castagne in Campania è senza dubbio ottobre, mese in cui i boschi raggiungono la massima produttività e i ricci si aprono spontaneamente. Tuttavia, il calendario è più ampio: le prime varietà, come la Tempestiva di Roccamonfina, maturano già a settembre nel Casertano, mentre in Irpinia la Castagna di Montella IGP raggiunge la piena maturazione solo da metà ottobre in poi, prolungando la stagione fino a inizio novembre. Novembre rappresenta quindi l’ultima finestra utile, soprattutto per chi vuole partecipare alle sagre o acquistare direttamente dai produttori locali.

Castagne in Campania: come cambia il periodo a seconda della zona

Ogni area della Campania ha il suo calendario naturale:

  • Avellino (Irpinia): raccolta tra metà ottobre e inizio novembre, con la regina del territorio, la Castagna di Montella IGP.

  • Salerno (Cilento e Alburni): raccolta concentrata tra fine settembre e ottobre, con il Marrone di Roccadaspide IGP.

  • Caserta (Roccamonfina): raccolta precoce, già da settembre con la varietà Tempestiva, fino a metà ottobre.

  • Benevento (Matese e Taburno–Camposauro): ottobre è il mese ideale per scoprire i castagneti del Sannio.

  • Napoli (Monti Lattari e Vesuvio): periodo compreso tra ottobre e inizio novembre, con attenzione alle regole sui terreni privati.

Questa varietà di tempi consente di organizzare più uscite consecutive, scoprendo castagneti diversi e partecipando agli eventi che scandiscono l’autunno campano.

Dove raccogliere castagne in Campania: i migliori posti

La Campania offre una grande varietà di aree boschive ideali per la raccolta delle castagne, dai fitti castagneti dell’Irpinia alle montagne del Cilento, fino ai Monti Lattari e al Matese. In ogni provincia è possibile trovare sentieri immersi nella natura, percorsi escursionistici adatti anche alle famiglie e borghi che hanno fatto della castagna una vera eccellenza gastronomica. Tuttavia, è importante ricordare che non tutti i boschi sono accessibili liberamente: alcune zone sono private o regolamentate dai comuni, che possono imporre limiti giornalieri di raccolta. Per vivere un’esperienza autentica e rispettosa, oltre a scegliere i luoghi giusti, è bene partire preparati con l’attrezzatura adeguata e osservare alcune semplici regole di comportamento.

Attrezzatura consigliata per la raccolta

Raccogliere castagne può sembrare un’attività semplice, ma per farlo in sicurezza e senza rischi è fondamentale avere con sé l’equipaggiamento giusto. Prima di tutto servono guanti robusti, indispensabili per proteggere le mani dalle spine dei ricci. Le scarpe da trekking o scarponcini con suola antiscivolo sono utili per affrontare i terreni spesso umidi e irregolari dei boschi. È consigliabile portare un sacchetto in juta o un cestino: materiali traspiranti che evitano la formazione di muffe, al contrario dei sacchetti di plastica. Infine, un abbigliamento comodo e a strati aiuta a godersi la giornata, adattandosi ai cambiamenti di temperatura tipici dell’autunno.

Consigli pratici per una raccolta sicura e rispettosa

Per vivere al meglio l’esperienza della raccolta, è importante rispettare alcune buone pratiche. Prima di tutto, bisogna raccogliere solo i frutti già caduti a terra, evitando di danneggiare alberi e ricci ancora chiusi. È buona norma informarsi in anticipo sui regolamenti comunali, che in alcuni casi fissano limiti di peso giornalieri, ad esempio 2 o 3 kg per persona. Nei parchi naturali e nelle aree protette, la raccolta può essere consentita solo con permessi specifici o addirittura vietata: ignorare queste regole comporta sanzioni e danneggia l’ambiente. Infine, ricordiamo sempre di rispettare la proprietà privata: molti castagneti appartengono a produttori che vivono della coltivazione e che vendono le loro castagne attraverso sagre e mercati locali.

Irpinia (Avellino): Castagna di Montella IGP e i Monti Picentini

L’Irpinia è il cuore pulsante della raccolta delle castagne in Campania e rappresenta uno dei territori più rinomati d’Italia per qualità e tradizione. I boschi di castagno si estendono a perdita d’occhio, soprattutto nella zona dei Monti Picentini, offrendo paesaggi suggestivi e percorsi perfetti per escursioni autunnali. Qui nasce la celebre Castagna di Montella IGP, frutto che ha conquistato l’Europa grazie alla sua dolcezza e alla polpa compatta. Visitare l’Irpinia durante la stagione della raccolta significa non solo raccogliere castagne, ma anche immergersi in un patrimonio culturale fatto di borghi caratteristici, feste popolari e tradizioni gastronomiche radicate.

Castagna di Montella IGP: dove trovarla

La Castagna di Montella IGP è una delle più apprezzate d’Italia e viene coltivata in un’area ben definita che comprende i comuni di Montella, Bagnoli Irpino, Cassano Irpino, Nusco, Volturara Irpina e parte di Montemarano. La sua fama deriva dalla consistenza della polpa, dal gusto intenso e dalla grande versatilità in cucina, ideale per preparare caldarroste, dolci e conserve. Per chi vuole raccogliere castagne in questa zona, il periodo ideale è tra metà ottobre e i primi giorni di novembre, quando i boschi si popolano di visitatori e l’atmosfera autunnale è al suo apice.

Bagnoli Irpino, Nusco e Serino

Accanto a Montella, ci sono altri borghi che offrono esperienze autentiche di raccolta. Bagnoli Irpino, con l’altopiano del Laceno, è una delle mete preferite dagli escursionisti: qui i boschi si alternano a prati e panorami montani spettacolari. Nusco, noto come “il balcone dell’Irpinia”, regala castagneti che si affacciano su vallate pittoresche. Anche Serino, più a sud, è un altro centro importante per la produzione castanicola, con castagne pregiate che arricchiscono le tavole locali. Visitare questi luoghi in autunno significa unire natura, paesaggi e prodotti tipici.

Sagra della Castagna di Montella

Ogni anno, a inizio novembre, Montella ospita la celebre Sagra della Castagna IGP, un evento che richiama migliaia di visitatori da tutta Italia. La festa non è solo un’occasione per assaggiare castagne e derivati, ma anche per scoprire l’artigianato locale, i piatti tipici irpini e le tradizioni folkloristiche. Passeggiare tra gli stand della sagra significa vivere un’esperienza immersiva che celebra uno dei simboli più autentici della Campania. Partecipare alla sagra, magari dopo una giornata di raccolta nei boschi circostanti, permette di cogliere a pieno l’essenza dell’autunno irpino.

Salerno: Cilento, Alburni e Marrone di Roccadaspide IGP

Il territorio salernitano è tra i più ricchi della Campania per estensione di castagneti, che si sviluppano tra i monti del Cilento, gli Alburni e i Monti Picentini. Qui la castanicoltura ha radici antiche e i frutti raccolti sono tra i più pregiati d’Italia. In particolare, il Marrone di Roccadaspide IGP rappresenta un vanto per l’intera provincia: una varietà dal gusto delicato, con pezzatura medio-grande e polpa molto apprezzata in cucina. Visitare questi luoghi in autunno significa immergersi in boschi suggestivi, borghi autentici e paesaggi naturali che fanno parte del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Patrimonio UNESCO.

Dove raccogliere castagne a Salerno

I luoghi più noti per la raccolta delle castagne nel Salernitano si trovano attorno a Roccadaspide, Castelcivita, Felitto e Controne, borghi che ogni anno attirano appassionati e famiglie alla ricerca di castagneti facilmente accessibili. Anche le zone degli Alburni e della Valle del Calore offrono numerosi sentieri ideali per una giornata nella natura. Questi boschi, per la loro estensione, permettono di vivere esperienze autentiche, con percorsi adatti anche ai meno esperti.

Marrone di Roccadaspide IGP

Il Marrone di Roccadaspide IGP è una varietà di castagna che si distingue per la forma tonda, la buccia sottile e la polpa dolce e facilmente sbucciabile. È coltivato in un’area che comprende circa 70 comuni tra Alburni, Cilento e Calore Salernitano, confermando il ruolo centrale di Salerno nella produzione castanicola campana. La raccolta avviene soprattutto tra fine settembre e ottobre, e i frutti vengono utilizzati sia per preparazioni tradizionali come caldarroste e marron glacé, sia per piatti tipici della cucina locale.

Passeggiate nei Monti Picentini

Oltre all’area del Cilento e degli Alburni, un’altra meta ideale per la raccolta è rappresentata dai Monti Picentini, che si estendono tra le province di Avellino e Salerno. Qui si trovano boschi secolari e sentieri che collegano borghi caratteristici come Calvanico, Giffoni Sei Casali e San Cipriano Picentino. In autunno, questi luoghi offrono paesaggi suggestivi e percorsi escursionistici che uniscono natura e gastronomia, permettendo di raccogliere castagne in un contesto autentico e incontaminato.

Caserta: Roccamonfina e la Tempestiva IGP

Il Casertano è un altro territorio di eccellenza per la produzione castanicola, dominato dal massiccio vulcanico di Roccamonfina, che ospita vastissimi castagneti. Qui nasce la Castagna di Roccamonfina IGP, frutto rinomato per le sue qualità organolettiche, e soprattutto la varietà Tempestiva, che matura prima rispetto ad altre tipologie, aprendo la stagione della raccolta già da settembre. Il paesaggio naturale, fatto di boschi fitti e borghi medievali, rende questa zona una meta imperdibile per chi ama unire escursioni, natura e tradizione gastronomica.

La Castagna di Roccamonfina IGP

La denominazione Castagna di Roccamonfina IGP comprende diversi comuni, tra cui Caianello, Conca della Campania, Galluccio, Marzano Appio, Sessa Aurunca, Teano e Tora e Piccilli. Questa varietà si distingue per la pezzatura medio-grande, la polpa dolce e la buccia sottile, caratteristiche che la rendono ideale per il consumo fresco e per la trasformazione in farine e dolci tipici. L’areale di produzione, grazie al terreno vulcanico e al microclima unico, conferisce alle castagne proprietà che le hanno rese celebri in tutta Italia.

La varietà Tempestiva

La Tempestiva di Roccamonfina è una delle castagne più precoci d’Europa: matura già all’inizio di settembre, anticipando di settimane il resto della produzione campana. Questo la rende particolarmente ambita da chi vuole vivere per primo l’esperienza della raccolta. La Tempestiva, più piccola delle altre varietà, si contraddistingue per il gusto delicato e viene consumata soprattutto fresca o arrostita. Andare a Roccamonfina a inizio autunno significa assistere a un paesaggio unico, con i boschi che iniziano a tingersi di giallo e i primi frutti disponibili nei mercati locali.

La Sagra della Castagna e del Fungo Porcino

Il periodo della raccolta a Roccamonfina coincide con la celebre Sagra della Castagna e del Fungo Porcino, uno degli eventi autunnali più importanti della Campania. La manifestazione, che si svolge nei weekend tra ottobre e inizio novembre, richiama ogni anno migliaia di visitatori con stand gastronomici, spettacoli folkloristici e degustazioni di prodotti tipici. Partecipare alla sagra permette di unire la raccolta diretta nei castagneti con la scoperta delle tradizioni culinarie locali, facendo di Roccamonfina una tappa obbligata per chiunque voglia vivere a pieno l’autunno campano.

Benevento: Matese e Taburno–Camposauro

Il territorio beneventano custodisce alcune delle aree boschive più suggestive della Campania, perfette per la raccolta delle castagne. Qui le montagne del Matese e quelle del Taburno–Camposauro offrono un paesaggio incontaminato, fatto di fitti castagneti che in autunno diventano veri e propri tappeti dorati. Oltre alla bellezza naturalistica, il Sannio è rinomato anche per la qualità delle sue castagne, apprezzate localmente e utilizzate in numerosi piatti tipici. Visitare Benevento nel periodo autunnale significa unire l’esperienza della raccolta a quella dei borghi storici e delle tradizioni enogastronomiche che caratterizzano questa provincia.

Taburno–Camposauro: Pannarano, Vitulano e Montesarchio

Il massiccio del Taburno–Camposauro, conosciuto anche come la “dormiente del Sannio”, è uno dei luoghi simbolo per la raccolta delle castagne nel Beneventano. I borghi di Pannarano, Vitulano e Montesarchio sono circondati da castagneti secolari che, tra ottobre e i primi di novembre, diventano mete ideali per escursioni e passeggiate. Questi luoghi sono perfetti per le famiglie e per chi cerca percorsi facilmente accessibili, immersi in un contesto naturalistico di grande fascino.

Cusano Mutri e i boschi del Matese

Spostandosi più a nord, i monti del Matese regalano panorami unici e castagneti di straordinaria bellezza. Il borgo di Cusano Mutri, famoso per il suo centro medievale e per il legame con la natura, è una delle mete più frequentate durante la stagione delle castagne. Qui la raccolta si unisce a sentieri escursionistici che conducono a panorami mozzafiato, rendendo l’esperienza ideale per chi ama coniugare sport e tradizione. Anche altri piccoli centri del Matese, come Pietraroja e Cerreto Sannita, sono noti per i loro castagneti e per le sagre autunnali che celebrano questo frutto.

Napoli: Monte Faito e i sentieri del Vesuvio

La provincia di Napoli, pur meno estesa rispetto ad altre zone della Campania, offre comunque scenari suggestivi per la raccolta delle castagne. I boschi dei Monti Lattari, con il Monte Faito come punto di riferimento, rappresentano una delle mete più frequentate dagli escursionisti in autunno. Anche il Parco Nazionale del Vesuvio custodisce ampie aree di castagneti, che fanno da cornice a itinerari naturalistici di grande fascino. Tuttavia, è importante ricordare che molti di questi terreni sono proprietà privata: di conseguenza, la raccolta è consentita solo con il permesso dei proprietari o all’interno di aree dove i comuni organizzano giornate di raccolta controllata.

Monte Faito: passeggiate tra i castagneti

Il Monte Faito, situato tra Castellammare di Stabia e Vico Equense, è una meta perfetta per chi desidera unire la raccolta delle castagne con escursioni panoramiche. I suoi boschi ospitano numerosi sentieri che si snodano tra castagneti, faggete e panorami che si affacciano sul Golfo di Napoli. In autunno, le famiglie e gli escursionisti scelgono il Faito per trascorrere giornate all’aria aperta, raccogliendo castagne e godendo del foliage.

Vesuvio: Sentiero 7 (Vallone della Profica)

Il Vesuvio è una delle aree più particolari per i castagneti campani. Il celebre Sentiero 7, Vallone della Profica, attraversa boschi rigogliosi dove il castagno è una delle specie predominanti. La zona è molto amata dagli escursionisti, grazie alla facilità del percorso e alla ricchezza naturalistica. Tuttavia, la raccolta diretta dei frutti è spesso vietata, poiché i terreni ricadono su fondi privati o in aree protette del Parco Nazionale. È quindi un luogo ideale per passeggiare e ammirare i castagneti, ma non sempre per raccogliere liberamente.

Regole e divieti sui terreni privati

A differenza di altre province campane, la zona vesuviana e quella dei Monti Lattari presentano una maggiore frammentazione della proprietà dei castagneti. Questo significa che chi desidera raccogliere deve chiedere il permesso ai proprietari o partecipare a iniziative comunali e parchi che regolano la raccolta. Ignorare queste regole può comportare sanzioni e, soprattutto, danneggiare un ecosistema già delicato. Il consiglio è di informarsi in anticipo presso gli enti locali e, se non si ha la possibilità di raccogliere, approfittare delle sagre e dei mercatini che offrono castagne appena colte.

Regole, permessi e limiti della raccolta di castagne in Campania

Raccogliere castagne è un’attività piacevole e alla portata di tutti, ma non bisogna dimenticare che si tratta di una pratica regolamentata. Ogni comune o ente gestore dei parchi può stabilire regole precise per tutelare l’ambiente e garantire la sostenibilità della raccolta. Ignorare queste disposizioni può comportare multe salate, oltre a danneggiare un patrimonio naturale che rappresenta anche una risorsa economica per le comunità locali. Prima di partire, è dunque fondamentale conoscere i permessi richiesti, i limiti quantitativi e le norme di comportamento da rispettare.

Permessi per la raccolta di castagne

In alcune aree, soprattutto nei parchi regionali e nazionali, la raccolta delle castagne è soggetta a permessi specifici. Questo avviene perché i castagneti possono ricadere su terreni privati o in zone protette. I permessi sono rilasciati direttamente dai comuni o dagli enti parco e servono a regolare l’accesso, evitando il sovrasfruttamento dei boschi. Prima di organizzare un’escursione, è sempre consigliabile consultare i siti istituzionali per verificare se l’attività è consentita liberamente o se occorre un’autorizzazione.

Quanti kg si possono raccogliere

Molti comuni campani fissano limiti giornalieri alla raccolta per ciascun visitatore, che possono variare da 2 a 5 kg al giorno. Questo sistema serve a tutelare i produttori locali, che vivono della castanicoltura, e a garantire che la raccolta resti un’attività ricreativa e sostenibile. Per esempio, in passato alcuni comuni del Cilento e del Salernitano hanno stabilito limiti di circa 3 kg per persona. Rispettare questi quantitativi significa contribuire a preservare la tradizione e a evitare un eccessivo impoverimento dei boschi.

Rispettare proprietà private e aree protette

Un aspetto fondamentale riguarda il rispetto dei terreni privati. Molti castagneti appartengono a famiglie o aziende agricole che coltivano e vendono i frutti attraverso mercati o sagre. Entrare senza permesso equivale a una violazione di proprietà privata. Lo stesso vale per le aree protette: nei parchi come quello del Vesuvio o del Cilento, le regole possono essere molto severe e la raccolta vietata in alcune zone. La scelta migliore, se non si è sicuri della destinazione, è partecipare a iniziative locali o affidarsi a escursioni organizzate, che garantiscono il rispetto delle norme e un’esperienza sicura.

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