In questo articolo, scopriremo i tre capolavori ancora presenti in città, la loro storia e i luoghi dove ammirarli.

3 Ottobre 2025
In questo articolo, scopriremo i tre capolavori ancora presenti in città, la loro storia e i luoghi dove ammirarli.
Napoli è una città ricca di capolavori artistici, ma pochi sanno che Caravaggio ha lasciato un segno indelebile nel patrimonio culturale partenopeo. Se sei un amante dell’arte e ti trovi a Napoli, potresti chiederti dove vedere le opere di Caravaggio e quali sono le più importanti.
La presenza del pittore a Napoli fu breve ma intensa. Arrivò in città nel 1606, in fuga da Roma dopo aver commesso un omicidio. Qui trovò protezione e un ambiente artistico vivace, che influenzò il suo stile e gli permise di realizzare alcuni dei suoi più grandi capolavori.
Tra le opere più importanti di Caravaggio a Napoli, spicca Le Sette Opere di Misericordia, un dipinto realizzato nel 1607 per la Confraternita del Pio Monte della Misericordia.
Caravaggio unisce in un’unica scena le sette opere di misericordia corporale, creando una composizione intensa e carica di movimento. Il contrasto tra luce e ombra esalta il dinamismo della scena e l’espressione dei personaggi, rendendo il dipinto un’opera rivoluzionaria. Ancora oggi, questa tela rappresenta uno dei massimi capolavori del barocco napoletano ed è visitabile nel suo luogo originale.
Un altro capolavoro di Caravaggio a Napoli è La Flagellazione di Cristo, realizzata nel 1607 durante il suo primo soggiorno in città. Quest’opera, oggi conservata al Museo e Real Bosco di Capodimonte, è una delle rappresentazioni più intense della Passione di Cristo.
Caravaggio raffigura Gesù legato a una colonna, mentre tre uomini lo flagellano con violenza. Il chiaroscuro è utilizzato in modo magistrale per esaltare la tensione del momento: i carnefici emergono dall’oscurità, mentre il corpo di Cristo è illuminato da una luce drammatica che ne evidenzia il dolore e la vulnerabilità.
Il Martirio di Sant’Orsola è l’ultimo dipinto realizzato da Caravaggio, completato nel 1610, poco prima della sua misteriosa morte. Quest’opera racconta il tragico momento in cui Sant’Orsola viene colpita a morte da una freccia.
Caravaggio abbandona la teatralità tipica di altre sue opere e opta per una scena più intima e drammatica. Il volto della santa, segnato dalla sofferenza, è il punto focale del dipinto, mentre il chiaroscuro avvolge il resto della composizione, creando un’atmosfera cupa e malinconica.